“Ciao, sono Francesco”. Metafora della telefonata del Papa

Checco "reclama la nostra risposta"
Checco “reclama la nostra risposta”

Amici, a quanto pare continua a dimostrarsi uomo della gente il Santo Padre, un autentico callejero che, proprio ieri pomeriggio, ha chiamato il parroco di Ceriana, don Nello Cantelli per sostenerlo nella malattia che da tempo ne logora il fisico.

Era stato proprio il sacerdote ad esprimere il desiderio di poter parlare con il Santo Padre. Una volta. Un anelito che ha trovato come potente catalizzatore l’intercessione del vescovo di Savona, Monsignor Vittorio Lupi, cerianasco doc.  

Il telefono è squillato nella canonica poco dopo le 17,30 e a rispondere è stata la collaboratrice del sacerdote. “Subito non ho capito chi fosse all’apparecchio – ha spiegato la donna – quindi mi sono fatta ripetere il nome e quando ho sentito che era il Papa subito ho gridato, il cuore mi si è riempito di gioia. Voleva parlare con Don Nello e gli ho subito portato il telefonino. Eravamo tutti nella canonica. Ha preso il telefono e ha iniziato a rispondere alle domande del Santo Padre”.  

Alla fine della conversazione, durata 3 minuti, il parroco è scoppiato in un pianto e ha iniziato a pregare. Lacrime che gli astanti hanno interpretato come un misto di gioia e di commozione. Don Nello ha 73 anni e ha già combattuto e vinto una volta una malattia che da tempo purtroppo si è riaffacciata sulla strada del suo destino. L’incontro di ieri sera con Papa Francesco ha un altissimo valore per lo spirito di servizio del pastore di anime che è stato un punto di riferimento di Ceriana per 25 anni, nei momenti della gioia e in quelli drammatici delle alluvioni che hanno devastato il paese. E ieri la carezza del Papa è arrivata fin lassù, tra le pietre della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, come un balsamo. Per Don Nello e per tutti.

La metafora celata dietro queste telefonate è lampante. Checco ne chiama uno per sentirne centomila. …E noi, siamo quei centomila.

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