Amici di Obiettivo Giovani,
stamane ho appreso una notizia che ha destato in me reale preoccupazione. Riguarda la Cina e la sua famelica, avida ed espansiva ramificazione in ogni settore della nostra economia, ergo nelle nostre vite.
Probabilmente ci abbiamo fatto l’abitudine ma sentire che addirittura centri commerciali, che hanno fatto la storia del nostro paese, vengano presi d’assalto dalla concorrenza asiatica dovrebbe essere interpretato come un campanello d’allarme per l’economia italiana tutta. Personalmente, mi sono fischiate le orecchie, ho sentito come un: “Ehi voi, badate che stiamo venendo a prenderci tutto!”.
Nella fattispecie, ad essere attaccati sono Coop ma anche a Esselunga, Conad, Carrefour, Auchan. Il tutto in un momento in cui i vertici cooperativi sono in subbuglio perché il segmento del consumo risente del calo del potere d’acquisto e registra la prima crisi dei fatturati dal dopoguerra. A Ferrara, la “presa della Bastiglia” è già cominciata. I cinesi hanno aperto un ipermercato e soltanto adesso i loro concorrenti stanno cercando di reagire. Il fatto è che questa volta gli orientali non hanno copiato né intrapreso operazioni “sommerse”, ma si sono presentati con un proprio marchio, Yi Gou, in cui è possibile trovare veramente di tutto e a poco prezzo. Su una superficie di oltre 1.400 metri quadrati sono presenti più di seicento articoli, dalla casa all’abbigliamento, dalla cancelleria al make-up. Il centro commerciale è aperto ogni giorno dalle 9.00 alle 20.00, con orario continuato. La struttura ferrarese è un ipermercato-pilota, l’anello di una catena che dovrebbe in breve tempo ramificarsi lungo la penisola.
L’icona dello sbarco cinese nella grande distribuzione italiana è rappresentata dall’ipermercato di Ferrara, che sorge accanto a Pittarello e a un ristorante sushi, ha prezzi di poche decine di euro, anche per l’abbigliamento, ed è stato affollatissimo in questi giorni poiché propone pure un grande assortimento di prodotti natalizi. Tutto il personale è cinese, ma commesse e cassiere parlano correttamente l’italiano. Niente a che vedere coi negozi cinesi di oggettistica presenti in molte città. Qui vi è la complessa organizzazione che sta dietro a un ipermercato e un business di rilievo.
Altre sedi commerciali Yi Gou sono operanti tra l’altro a Senigallia, nelle Marche, e a Osimo, sede dell’episodio singolare avvenuto qualche tempo fa, in cui un uomo che aveva rubato merce per 200 euro quando è stato scoperto da una della cassiere ha iniziato a denudarsi e masturbarsi, nel tentativo di spaventare le donne presenti all’interno del locale e crearsi una via di fuga. Ma poco distante stava transitando una pattuglia dei carabinieri, fermata da alcune donne che erano fuggite piangendo dal supermercato. Così il ladro masturbante è stato arrestato.
Per la cronaca, Yi-gou è presente anche in Inghilterra, a Cardiff e possiede un ipermercato che ha sbaragliato la concorrenza locale al punto che ha pure aperto un sito Internet in cui gli abitanti possono fare la spesa che gli viene recapitata a casa, in pratica lo stesso servizio che in Italia fanno le grandi catene e che tra poco anche a Ferrara i cinesi proporranno.
Per quel poco che ne sappiamo, la proprietà di Yi-gou è di fondi d’investimento cinesi. A tirare le fila sono alcuni magnati orientali, nessuna joint venture con imprenditori locali (quello che invece in Cina spesso è un obbligo). La catena ha un massiccio piano di insediamenti in Europa. Coi suoi prezzi bassi che le tradizionali catene occidentali non riescono a praticare tenta di intercettare una fascia di consumo strappandola agli ipermercati.
A questo punto, iniziare a pensare al peggio potrebbe essere una buona strategia verso il miglioramento. Abbiamo bisogno di studiare nuove strategie di produzione, anche perché le nostre non ce le hanno soltanto sottratte, ma le hanno persino migliorate…
Reinventiamoci, in fretta!