Napoli può rinascere dalle sue macerie …ma nel “modo giusto”

Ce la possiamo fare!
Ce la possiamo fare!

Amici, il capoluogo partenopeo può ritornare a splendere.

Finalmente, dopo anni d’indifferente lassismo, il Comune di Napoli dà la possibilità ai suoi cittadini migliori di riappropriarsi di quell’orgoglio che sembrava perduto, legato alla ricchezza architettonica che l’ha sempre contraddistinto nella storia, partendo dalla riqualificazione dei suoi monumenti più importanti: 27 opere pubbliche che, per la “messa a nuovo” necessitano di 3 milioni e 580 mila euro.

I monumenti in questione vanno dall’Arco di Trionfo Aragonese, al monumento a Diaz, passando per l’Arco di Trionfo Aragonese. Così, la Direzione Comunale chiede aiuto ai privati attraverso un bando di concorso (con data di scadenza fissata per il 25 novembre prossimo) indirizzato ad aziende produttrici di beni e servizi, associazioni, società e agenzie di intermediazione pubblicitaria. Una gara d’appalto la cui impresa vincitrice ne guadagnerebbe in termini d’immagine, esponendo il proprio marchio per l’intera durata dei lavori.

La ditta che offrirà le credenziali migliori per la vittoria del bando metterà la firma su un’azione che, esercitata nel “modo giusto”, apporrebbe un tassello determinante per la rinascita di una città dal potenziale equiparabile alle grandi d’Europa. La liberazione dalla decadenza e dalla sporcizia che oggi la invadono diventerebbe il preludio ad un processo di civilizzazione collettiva.

Ma il nostro pedigree ci insegna che il “modo giusto” non si manifesta nascondendo il pattume sotto il tappeto per liberare spazio pulito, né riparare un colosso di pietra allo scopo di renderlo più luminoso. Dinamiche del genere, infatti, non farebbero altro che riesumare gli spettri del passato (e del presente!) dove politici, politicanti e affaristi si sono impegnati per il proprio gretto tornaconto, imbonendo quella massa di popolazione che, di lì a poco, gli si è rivolta contro facendo collassare nuovamente il sistema.

Quello che, invece, i giovani chiedono alla propria città è un’autentica inversione di tendenza, capace di far breccia nelle coscienze di tutti…

L’iniziativa comunale descritta ci offre oggi un’occasione alla quale non è più consentito voltare le spalle, che bisogna afferrare con determinazione e fiducia. Tale operazione rappresenta un primo mattone per la costruzione di quel senso civico sostanziale alla crescita sana della nuova generazione. Una manovra “rivoluzionaria” osservata con lungimiranza, in una chiave culturale, formativa e occupazionale.

Non basta, dunque, incaricare delle persone per un progetto, per poi rispedirlo a casa con le stesse credenziali con cui si è presentato e con quale spicciolo in più in tasca. Occorre, invece, essere assai più ambiziosi: selezionare uno staff di giovani under 25 (i migliori di ogni singola facoltà dell’università di Napoli per esempio…) e canalizzarli in progetti concreti come stage, corsi di formazione, scuole specializzate, workshop presieduti da personalità autorevoli dei rispettivi settori, una scuola di giornalismo, più altre attività volte all’incremento dell’occupazione giovanile.

…Prima o poi le grandi opportunità si presentano, e quando lo fanno bisogna coglierle “nel modo giusto”.

Questa volta tocca a Napoli, e sta ai suoi giovani migliori dimostrare di saperlo fare.

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