Amici, nell’ultimo rapporto “Better Life Index” dell’Ocse (il nuovo indice per misurare il benessere dei singoli Stati) ci sono due dati che esortano ad una riflessione seria e trasversale…
Il primo: l’Italia, assieme al Giappone, è il secondo paese per aspettativa di vita dopo la Svizzera: 83 anni, contro una media Ocse di 80. In teoria, il fatto di vivere a lungo dovrebbe rendere più felici.
Di contro, però (ed è il secondo dato), nella classifica della soddisfazione dei suoi abitanti, il Belpaese è agli ultimi posti tra i Paesi Ocse: in 30esima posizione, dopo Messico, Cile, Spagna, Slovenia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca e Polonia.
Per chiarire meglio il concetto, vi propongo un esempio su tutti. Il Messico, che pure è agli ultimi posti in quasi tutti gli indicatori del “Better Life Index 2013” (in particolare sicurezza, scuola, redditi, sicurezza del lavoro e senso di comunità), è al decimo posto nella speciale classifica della soddisfazione. Non male, considerando la moltitudine di motivazioni per le quali essere infelice.
Insomma, per quanto catastrofico si presenti il sistema scolastico nazionale, i messicani sembrano aver non solo studiato ma anche metabolizzato una delle massime di maggior successo di Oscar Wilde, che recita: “La felicità non è avere quello che si desidera, ma avere quello che si ha”.
Noi, a quanto pare, non l’abbiamo nemmeno letto.
…Iniziamo da subito.