Conti pubblici. La grande ipocrisia

Coperta ‘accorciata’

Amici, negli ultimi anni in Italia, sul tema della quadratura dei conti pubblici sentiamo parlare di una coperta che, da qualsiasi lato la si tiri, risulta sempre corta… Il solito ritornello che poteva andar bene per gli anni passati, ma nel pieno di una crisi economica (e di conseguenza sociale) come quella che stiamo vivendo, proprio non attacca. Perciò, togliamoci la maschera e andiamo a vedere a cosa ‘dobbiamo’ rinunciare e a cosa, invece, non ‘dobbiamo’ rinunciare…

Fonti autorevoli ci suggeriscono che ogni anno lo Stato spende 350 miliardi di euro, al netto delle pensioni. Possibile che non si trovi qualche miliardo per coprire Iva e Imu? Dicono di no… Quando però si tratta di accogliere le richieste dei partiti di coprire “nuove spese”, il problema non sussiste e lo si fa attraverso le tasse più improbabili, quelle sulle sigarette, gli alcolici, i giochi e via dicendo. In questo modo il Governo (“di Larghe Intese”) perde una nuova occasione di fare chiarezza sugli sprechi della spesa pubblica.

Un discorso analogo merita il capitolo entrate. Sappiamo che ogni anno ci sono almeno 120-150 miliardi di euro di tasse evase. Possibile che non si riesca a recuperarne qualcuno in più di quanto fatto fino ad oggi? Il CorrierEconomia spiega che ci sono 129 banche dati che se fossero incrociate tra loro permetterebbero una lotta più efficace all’evasione. Ad oggi non si va oltre 10-12 miliardi di maggiori entrate da lotta all’evasione.

Le risorse non si VOGLIONO trovare…

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