Amici, di tutta la vicenda dell’attentato terroristico alla maratona di Boston (le tre esplosioni avvenute nei pressi del traguardo che hanno provocato la morte di tre persone, tra cui un bambino di 8 anni, e il ferimento di almeno altre 150), ancora ufficioso sulla carta ma ufficiale nelle coscienze di tutti, una testimonianza lasciata da un volontario mi pare eloquente per descrivere il fenomeno, più che l’episodio, al quale faremmo bene ad abituarci: ” I boati, poi il fumo e il fuoco. Sembrava di rivivere l’11 settembre”. Un commento in apparenza semplicistico ma che riporta alla luce la realtà più vera che vivono gli States e, di riflesso, noi…
Una realtà forte, dominante, leader, è vero… ma allo stesso modo vacillante, pericolante, claudicante sotto certi aspetti. Una nazione che rivede il perpetrarsi di simili avvenimenti che, ciclicamente, squarciano il pilastro di una stabilità costruita con abnegazione e passione, e che finiscono per ricondurci (ancora una volta!) al pragmatismo del nostro status: incerto, transeunte, “liquido”. E allora il primo passo da compiere per affrontare la verità è quello di riconoscerla. Con onestà intellettuale, fuori dal set si una fiction “made in USA” resa al solo scopo di anestetizzarci e addomesticarci come animali da circo.
Prima inizieremo a farlo, prima riusciremo ad affrontarlo…