Affluenza alle urne in calo. E’ il “voto di rassegnazione”

“Voto di rassegnazione”

Amici, a volte capita di rincorrere strenuamente un obiettivo che ci sembra lontanissimo, ma non ci rendiamo conto che è più vicino di quanto pensiamo. A volte nella vita, le risposte più incisive si celano dietro i silenzi, le parole non scritte, la sconfitta (seppur non ancora definitiva) del nostro “avversario”, che si traduce in una prima vittoria…

Credo che la vera notizia di oggi riguardi il dato che (storicamente) continua a consumarsi come la fiamma di una candela prossima al deterioramento, riferito alla misera affluenza alle urne. L’astensione è certo la forma più accreditata di de-responsabilizzazione, ma in questo caso ci leggo una matrice di rassegnazione, soprattutto da parte degli ultra-sessantenni che non hanno ben chiaro il significato del voto di protesta come alternativa. Quale azione più essere più eloquente del rifiuto, per comunicare uno stato di malessere?

Guardando ai numeri, per la Camera i votanti sono stati il 55,17%, degli aventi diritto rispetto al 62,55% registrato nel 2008. Il calo è quindi stato del 7,38%. Tendenza inversa, invece alle regionali. Trainati dalle politiche, i votanti in Lombardia sono cresciuti dell’8,5%, Lazio +10%, Molise +2,1%.

Il momento della crisi di coscienza è ormai giunto e la politica ne dovrebbe prendere atto… Prima che lo faccia il popolo con la rivoluzione. E’ tempo di riscrivere la storia.

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