Amici, la notizia di oggi riferita allo sciopero delle edicole programmato per il 24, 25 e 26 febbraio (giorni delle Elezioni Politiche) ha sortito una spruzzata di serotonina tra i neuroni delle mie sinapsi, a dispetto delle stereotipate lamentele profuse dai più.
Tutti senza giornali il giorno dopo le elezioni insomma… Le Organizzazioni Sindacali dei rivenditori di quotidiani e periodici, Snag-Confcommercio, Sinagi aff. Slc-CGIL e Usiagi-Ugl hanno infatti annunciato la tre giorni di sciopero per “lo stato di profonda crisi della categoria” e contro il “silenzio del governo e della Fieg”. La scintilla che ha generato la protesta è stata la “prolungata assenza di regole certe al governo e alla Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg), alla mancata riforma dell’editoria, promessa dai diversi governi, di cui molto si è discusso senza approdare a soluzioni concrete, e alla mancata apertura del confronto per il rinnovo dell’accordo nazionale sulla vendita dei giornali quotidiani e dei periodici, che pongono in seria difficoltà l’operatività e l’esistenza stessa delle edicole”. Dal canto loro i sindacati hanno evidenziato che “il silenzio del Governo e della Fieg è divenuto intollerabile a fronte di 30.000 posti di lavoro che rischiano di sparire nei prossimi mesi, aggiungendosi agli oltre 20.000 posti di lavoro persi negli ultimi anni a seguito della chiusura di 10.000 edicole”.
Stando alle cronache, è fuor di dubbio che la gravità della notizia è considerevole e preoccupa l’intera categoria, mettendola seriamente a rischio. Ma proviamo a considerare i fatti da una prospettiva differente e più affine a noi popolo della rete…
Siamo quotidianamente inondati da notizie veicolate (in alcuni casi perfettamente calibrate) e diramate dai “poteri forti” per mano dei principali organi nazionali d’informazione. In parallelo (o meglio “in perpendicolare”) la rete produce la sua informazione (libera, per definizione) attraverso testate giornalistiche online, ma soprattutto blog. Alla resa dei conti siamo sempre noi a rifondere, subendo i colpi del Palazzo che detta le regole del gioco. Dal 24 al 26 di questo mese avremo la possibilità di informare ed esprimerci, se non senza alcun ostacolo (resta la televisione in larga misura e la radio in piccola) almeno bypassando quello delle grandi testate cartacee. Un’ottima occasione per velocizzare un processo già avviato con fervore: quello dell’evoluzione dell’informazione e della comunicazione in generale, incarnata dalla rete. Non perdiamola…
Abbiamo scalfito il muro della chiusura e della diffidenza, ora bisogna abbatterlo, per iniziare una vera nuova era, quella della libertà d’espressione.
Come si dice? “Quando il gatto non c’è, i topi ballano”. …Se utile alla causa, il 24, 25 e 26 febbraio dateci pure delle “zoccole”.