Amici, trovo che il contenuto del video di cui avete appena fruito, tratto dall’ultima intervista ad uno dei più grandi giornalisti (a mio parere anche “spiriti”) di sempre, sia paradigmatico per comprendere l’importanza che ha il sorriso nella nostra vita. Senza di esso, tutto il resto non ha importanza.
Ho pensato di parlarvene perché è notizia di oggi la nascita del “Misuratore della felicità”, un progetto presentato in occasione del Festival delle Scienze di Roma dallo scienziato e co-autore del primo Rapporto Mondiale della Felicità, John Helliwell. Rispetto ad esso sento di dovervi coinvolgere in una riflessione. Ma partiamo dai fatti…
A quanto pare, oggi la felicità non è più solo un concetto astratto bensì un’entità quantificabile: il grado di appagamento e soddisfazione di una popolazione è stato rilevato in oltre 150 paesi nel mondo, aprendo la strada verso la traccia di una classifica geografica sensibile alla variazione di culture e degli individui. Lo studio “World Happiness Report”, frutto di 30 anni di ricerche, fa parte ormai del nostro patrimonio gnoseologico essendo stato presentato in un convegno alle Nazioni Unite il 2 aprile 2012. Assieme agli scienziati Richard Layard e Jeffrey Sachs, Helliwell spiega in che modo è stato possibile misurare la felicità nel mondo e quali siano le sue cause principali nella lectio magistralis “La geografia della felicità”.
“Il Gallup World Poll, uno dei sondaggi più completi che abbiamo utilizzato – racconta lo scienziato il co-direttore del programma CIFAR sulle “interazioni sociali, identità e benessere” – consiste nella somministrazione di questionari ad ampi gruppi di popolazione: dal 2007 al 2011, per ciascuno dei 150 paesi selezionati abbiamo testato un campione di 1000 individui di età superiore o uguale a 15 anni, rinnovato di anno in anno. Ciascuno degli intervistati – continua Helliwell – quantifica la qualità della propria vita attribuendo un punteggio che varia da 0 a 10, dove 0 corrisponde al valore più basso possibile e 10 il più alto, dando il proprio contributo alla formazione del valore medio nazionale”.
Stando a quanto detto, mi preme segnalare che tra i fattori discriminanti dello studio c’è la rete sociale nella quale di vive. La rete sociale… Pensiamo un attimo alla nostra… Ok…
Ragazzi, in Italia funzionano poche cose, è vero. Ma non siamo nemmeno uno di quei Paesi esaminati nel lavoro di Helliwell, tipo l’Africa! Paesi che si reggono sulla Sharia, o dove i diritti umani sono calpestati come merda sotto le suole, o in cui gli abusi sessuali su donne e minori avvengono all’ordine del giorno, oppure dove l’unico regime esistente è quello della schiavitù!
In tal senso, abbiamo il privilegio di poter scegliere di vivere, non di sopravvivere… Non lasciamoci allora travolgere dalle conseguenze dei traguardi mancati, dai riflessi del tempo che scorre incurante delle risposte tradite o dalla pressione dei “satrapi” che provano ad ignorarci quotidianamente. Cedere alla depressione significa mortificare le potenzialità di ciascuno, squalificarsi da soli. Continuiamo a combattere, invece, con determinazione, tenacia, passione… Solo col sorriso possiamo riuscirci.
“Cominciando ridendo e finendo ridendo” (T. Terzani) …comunque vada.