Amici, i saldi sono finalmente arrivati. Si, ma chi incuriosisce di fronte a questa notizia? Credo nemmeno il 10% della popolazione, volendo essere ottimisti.
…Mi sovviene il ricordo di qualche anno fa, quando immediatamente dopo le feste, ci riversavamo tutti allegramente in strada per usufruire di quegli sconti che non si sarebbero più ripetuti nel corso dell’anno e, rinnovata una parte consistente del guardaroba, ci restavano in tasca altri soldini per brindare all’evento…
Bé, a quanto pare questi tempi sono abbondantemente trascorsi… Oggi apriamo l’armadio, ringraziamo la nostra buona stella che ci consente di averlo ancora pieno e lo richiudiamo promuovendolo per un altro anno. Come cambiano i tempi…
Vorrei prendere in prestito un’indagine di Swg commissionata da Coldiretti per fotografare nel dettaglio la condizione di arrangio nella quale versiamo oggi. Per il 48% la situazione economica è destinata a peggiorare, il 42% non vede nessun miglioramento, mentre soltanto il 10 crede in un’inversione di tendenza. Nel 51% dei casi le famiglie sostengono di riuscire a malapena a pagare le spese e di non potersi permettere alcun lusso, c’è poi un 8% che non ha un reddito sufficiente per far fronte all’indispensabile. Il fronte opposto invece, che ricopre una percentuale del 40% circa, c’è chi vive senza timore di cadere in povertà, ma semplicemente.
Nel 2013 non ci concentriamo troppo sull’abbigliamento: un italiano su due ha rimandato l’acquisto di vestiti, nemmeno i saldi – sempre più generosi- riescono a fargli cambiare idea. Nella lista dei desideri folli finiscono vacanze e viaggi, ma anche spese per bar, discoteche e ristoranti. Neppure l’elettronica, che finora aveva tenuto bene, resiste alla Grande Crisi, mentre l’auto è diventata quasi un tabù per il 38% degli intervistati. Così come le mostre, le serate al cinema o al teatro: del resto i dati dai botteghini confermano la caduta libera dei due settori. Infine, oltre al “superfluo”, il 17% delle famiglie ha ridotto notevolmente anche la spesa per cibo e bevande.
Di seguito, riporto una classifica indicativa delle rinunce fatte dagli italiani (stilata da Coldiretti):
1 Abbigliamento: 53%
2 Viaggi o vacanze: 51%
3 Tempo libero: 48%
4 Beni tecnologici: 42%
5 Ristrutturazioni della casa: 40%
6 Arredamento: 38%
7 Auto/moto: 38%
8Attività culturali: 37%
9 Generi alimentari: 17%
10 Spese per i figli: 9%
I numeri parlano una sola lingua, quella dei fatti distaccati dalle opinioni. Siamo inequivocabilmente arenati nei nostri stessi risparmi. Perciò sono richiesti, e a gran voce, stimoli immediati all’economia…
Ok, ma chi inizia? Comincino a pensarci quei “grandi della terra” tra imprenditori, politici, banchieri che dalla prima fila del palco degli affanni si godono lo spettacolo dell’estenuante e quanto mai rapida decomposizione della classe media. …Se non vogliono perire anch’essi nella morsa fatale della trappola più temuta della storia, quella della liquidità.